sabato 24 giugno 2017

La partenza per Rodello

Il 4 giugno vengono Elisa e Simone da Padova. Gioco con Simone al gioco delle associazioni, gioco logopedico che prevede l’associazione di parole per idee, tipo: “film, regista, Monicelli, Parenti serpenti, mamma, donna, ragazza, bambina, cartoni animati, cartoni per imballaggi, spedizione, polo nord, neve, sci, impianto sciistico, impianto elettrico, lampadina, idea…”. È il mio gioco preferito al momento e lo impongo a qualsiasi persona venga a trovarmi. Dai miei parenti a Giulia. In più Simone e Elisa ci procurano delle biglie e dei dadi, con cui mi metto a fare esercizi per la mano con mio fratello e Giulia. In pratica devo spostare tenendo tra le dita le biglie o i dadi nei bicchierini delle medicine. È una gioia, e al tempo stesso una pena, pensare a questa mano, tanto perfetta prima quanto impacciata adesso. La devo recuperare al più presto.
Domenica 5 riceviamo la visita di Christian e Roberta. Scasso con il gioco delle associazioni anche Christian. Ed alzo la gamba.
Lunedì 6 la logopedista Alicia mi visita, e anche lei si dice fiduciosa. Si tratta di un’afasia transcorticale dinamica. I miei vanno a casa. Che è a 200 km da Alba. Io provengo da Cannobio, in provincia di Verbania, sul lago maggiore, in Piemonte sul confine svizzero. Mi fanno una TAC, e il dottor Bosco dice che l’edema sta riassorbendosi. Posso andare a Rodello. Verso l’ora di cena incontro Paola, la sorella di Giulia, e Nicolò, mio nipote. L’incontro con Nicolò è stato emozionante. Nicolò ha dieci anni, ha avuto problemi di disfonia da piccolo, non riusciva a parlare ed è stato in cura da una logopedista per anni. Quando gli ho spiegato (o cercato di farlo) quello che avevo, mi ha guardato e mi ha tranquillizzato dicendomi “eh lo so, ti capisco benissimo, anch’io ho avuto gli stessi problemi, ma poi passano, vedrai… ” dandomi una pacca sulla spalla. Era l’unico che poteva capire la mia frustrazione in quel momento, perché l’aveva vissuta su di sé. Non mi aspettavo una reazione tanto matura da un ragazzino di dieci anni, tanto che mi sono commosso e l’ho ringraziato.

“Finalmente la corriera per Rodello. Era una corriera delle prime, tutta spigoli e con la portiera sul didietro, e l’autista era poco meglio di un carrettiere. Con Toni si conoscevano perché si parlarono da mezzi amici, mentre quello da sulla predella forava i biglietti”.
(Fenoglio, incipit del racconto “Ferragosto”)

Rodello.

Martedì 7 giugno vengo portato a Rodello. Rodello è un ameno paesino su una collina vicino ad Alba, dista più o meno 30 minuti da casa dei miei suoceri.

Mi accoglie la dottoressa Decarlo, una fisiatra, e la logopedista Daniela. Con la dottoressa Decarlo ho una rivelazione. Una delusione pazzesca. La mano da tre giorni ha ripreso a lavorare, non dico come prima, ma da riuscire a firmare, o per lo meno scrivere nome e cognome, questo sì... Pensavo, per lo meno. Invece non mi ricordo più come si fa. È stato un momento bruttissimo. Avevo dimenticato come si scrive. È terribile sapere che sapevi fare una cosa e poi d’improvviso scoprire che non la sai più fare. L’ultima volta, ricordo, avevo firmato nello studio del dottor Mercatali la sera prima dell’operazione, il foglio che diceva che mi era stata spiegata in maniera esauriente tutta l’operazione e i rischi che comportava. Sapevo come farla. Ora invece mi sentivo un analfabeta. Perché riuscivo a leggere senza problemi e a scrivere invece no? Era in qualche modo legato alla mia afasia? Era un problema semplicemente legato alla coordinazione dei movimenti fini della mano? Nel lobo fontale sinistro si trova anche tutta la parte legata alla scrittura (mentre nel destro è quella del disegno), che ci fossero un po’ andati “lunghi”? Io ho recuperato prima la mano perché ho delle mappe mentali che grazie alla musica sono più vaste (e prova ne è che con la gamba ad oggi dopo 2 mesi dall’operazione non ho ancora ripreso l’uso di caviglia e dita e il bicipite femorale lavora un po’ come gli pare a lui, mentre con la mano suono il pianoforte come prima, ovvero come un bambino alle prime armi, ma lavora già meglio della sinistra su un metodo come l’Hanon, per chi lo conosce), però per quanto riguarda la scrittura, che è una capacità a sé, non avevo mappe se non quelle che hanno tutti i comuni mortali, e quindi le avrei dovute reimpostare da capo. Era un bel compito. E anche se ero un po’ spaventato mi posi come primo obiettivo questo: avrei reimparato a scrivere. Anche meglio di prima (cosa abbastanza facile per altro visto che la mia grafia prima era, per dirla come direbbe mia mamma, a "zampe di gallina"). Prima in stampatello, poi in corsivo. E via con pagine di letterine come alle elementari!


Poi mi faccio portare dei libri, per rifarmi un vocabolario: Il partigiano Johnny, di Fenoglio; il Canzoniere, di Saba; Armi Acciaio e Malattie, di Diamond; qualche Maigret e un po’ di romanzi “cupi” di Simenon; Insospettabili gialli, di AA VV (regalatomi da Piera); il già citato Sogni di sogni, di Tabucchi (regalatomi da Luisa); Musicofilia, di Oliver Sacks, regalatomi da Giacomo che, saputo dell’anticipo del matrimonio, non si tirò indietro dal venire comunque ad Alba dalla Grecia, per poi ripartire per Bari, in aereo, rischiando che io quel fine settimana fossi irraggiungibile e in ospedale… quando hai degli amici così ringrazi il cielo... o la terra…
P.S. Meme mi aveva regalato anche due volumi dell'"omino bufo", ma mi sembrava di aver dato un'apparenza d'intellettualità troppo alta per dirlo!

AMICI MIEI

Quando ti prende la malinconia
Pensa che c’è qualcuno accanto a te.
Vivere non è sempre poesia,
Quante domande senza un perché!

Ma l’amicizia, sai, è una ricchezza,
è un tesoro che non finirà.
Metti da parte questa tua tristezza.
Canta con noi, la tristezza passerà.

Amici miei
Sempre pronti a dar la mano
Da vicino e da lontano:
Questi son gli amici miei.
Amici miei,
Pochi e veri amici miei.
Mai da soli in mezzo ai guai:
Questi son gli amici miei.
[…]


(Piero Montanaro. Musica di Remigio Passarino)







1 commento:

  1. Simone, vai avanti. Questa tua meravigliosa testimonianza è una bomba!!!!
    Ci fai rivalutare con te la nostra essistenza nei migliore dei modi.
    Non finirò mai di ringraziarti.

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