martedì 25 settembre 2018

Un dono!

Solo perché uno ha un cancro non è che abbia sempre ragione. Cioè se Salvini avesse un cancro sarebbe pur sempre Salvini. Se Hitler avesse avuto un cancro sarebbe stato pur sempre Hitler. Questo non perché i due siano paragonabili, non me ne voglia Salvini, che pur non apprezzo perché ha sdoganato la peggio Italia dai tempi di Mussolini, ma se avesse un cancro, per dire al cervello, si avrebbe una scusante per tutto quello che dice, ma questo non lo renderebbe degno di plauso. Non per questo non lo si dovrebbe aiutare. Ma dare ragione a uno solo perché ha un tumore al cervello, questo, mai. Io ho un tumore al cervello. Una stella, pensavo un paio d'anni fa. Forse perché altrimenti mi sarei suicidato. Se avessi pensato a che sfiga ti piove addosso di colpo, a te e ai tuoi cari, non avrei mai detto che era "un'opportunità di crescita". Col senno di poi devo ammettere che mi ha aiutato tanto pensarlo, ma la realtà è che è tutto tranne che un'opportunità di crescita. Ti devi adeguare ad una situazione nuova, inaspettata, di grande agitazione e con paura, che ti cambierà la vita (in peggio) all'improvviso. Non puoi vederlo come un "dono". Se lo superi in poco tempo allora sí, senza strascichi, se hai un buon posto di lavoro (la pensione di invalidità civile è arrotondando per eccesso 280 euro...), se puoi continuare a fare le tue cose senza avere particolari fastidi, se la malattia implica "solo" la caduta dei capelli e un po' di nausea una volta al mese, se non perdi la patente, se non perdi l'autonomia, se puoi continuare a lavorare, allora magari puoi, se vuoi puoi crederlo per fartelo andare bene. Ma non puoi crederci veramente. È ovvio, magari sbaglio, ho detto in apertura che non è che se hai un tumore al cervello allora hai sempre ragione. Però puoi parlare per esperienza diretta. Non che quello che dici possa essere come oro colato, magari è dettato da uno stato emotivo particolarmente negativo o positivo, a seconda del momento. Ma non si può nemmeno paragonare tutti i tumori. Nemmeno quelli ad uno stesso organo. Nemmeno quelli nello stesso organo nello stesso punto. Nemmeno quelli nello stesso organo nello stesso punto con un grado di sviluppo uguale. Per cui dire che con il sorriso si possono curare tutti i tumori, me lo consigliavo, tanto incazzarsi cosa serve, il tumore è lì e lì ci starà sempre. Però ogni tanto girano le palle, ci s'incazza con Dio, ci si dice "se non fossi uscito da quella sala operatoria"... ma essere felici vuol dire essere ebeti, idioti, teste di minchia che sorridono nel soffrire, frati che col cilicio se la godono nella sofferenza della carne. Io sono arrabbiato. Arrabbiato nero. Incazzato. Provo una rabbia che non so descrivere. Che non oso descrivere, altrimenti non riuscirei a sopportarla. Con la malattia ci si convive, se ci si riesce, se non si soffre troppo da sperare di morire prima. Con la malattia ci si scommette, per puro gusto personale, utopisticamente, che vincerai dipende non dai tuoi sorrisi, ma dalla malattia stessa, dalle cure che ti somministrano, se sei fortunato in qualche anno te la cavi (e allora sì che è un'opportunità di crescita), ma se ti dicono che ci dovrai convivere tutta la vita non ne sei felice, te lo fai andare, e ti girano anche le balle.
Alba. 25 settembre 2018.

Un dono!

Solo perché uno ha un cancro non è che abbia sempre ragione. Cioè se Salvini avesse un cancro sarebbe pur sempre Salvini. Se Hitler avesse a...