"Omè, maestro, che è quel ch’i’ veggio?",
diss’io, "deh, sanza scorta andianci soli,
se tu sa’ ir; ch’i’ per me non la cheggio.
Se tu se’ sì accorto come suoli,
non vedi tu ch’e’ digrignan li denti
e con le ciglia ne minaccian duoli?".
Ed elli a me: "Non vo’ che tu paventi;
lasciali digrignar pur a lor senno,
ch’e’ fanno ciò per li lessi dolenti".
Per l’argine sinistro volta dienno;
ma prima avea ciascun la lingua stretta
coi denti, verso lor duca, per cenno;
ed elli avea del cul fatto trombetta.
(Dante Alighieri, “Divina Commedia”,
inferno, canto XXI, par.127-139)
Diarrea.
Da lunedì 22 agosto (2016) ho la diarrea. Durata: 5 giorni.
Livello di liquidità: acuto. Numero scariche: più o meno 10 alla notte, più o
meno altrettante di giorno, con un po’ di tregua la mattina e la sera. Con la
paura di una disidratazione bevo molto più del solito con l’effetto di
riempirmi d’acqua la pancia (sembro letteralmente un pallone), e con la paura
che ogni emissione d’aria abbia poi la “sorpresa” o sia “aria pesante”
trattengo, aumentando l’effetto “mongolfiera”. C'è anche da dire che essendo il bagno al piano superiore trattengo molto di più di quanto farei... non dimenticate che con una gamba non sono, scusate il gioco di parole, in gamba. Mangio carote e patate bollite
da lunedì, con del riso integrale, oppure del nasello o dello sgombro. La
mattina del thè con 4 fette biscottate e una banana. Mancano solo due settimane
di terapie, devo tenere duro, fino ad adesso è andato tutto bene, a parte
un’altra crisi epilettica, alla quale abbiamo risposto con un raddoppio della
dose di cortisone per disinfiammare la zona del cervello che le provoca. Non ho
nausee o vomito. Bene. Dopo averne parlato con la dottoressa e provato con
l’Imodium (effetto mongolfiera: acutissimo) mi prescrive, venerdì, un
antibiotico. È finita. Mi sta dando tregua da stanotte ad ora che sono le
12.36. Stanotte ho sognato di essere un dromedario con la gobba sul davanti a
passeggio per un’oasi nel deserto. Sono molto debilitato, stanco, zoppico molto di più di quando sono uscito da Rodello, fatico a parlare, e in pratica ho avuto una grande regressione.
("...semo in una botte de fero!" cit. A.Regolo)
La settimana dopo, l'ultima di “Radio Therapy”, va
decisamente meglio. A parte la stanchezza da accumulo non ho più problemi
intestinali, vado di corpo regolarmente, passo le giornate sul divano a dormicchiare, e arrivo a venerdì 2 settembre, data
della fine del ciclo iniziato il 20 luglio, senza particolari altri
inconvenienti se non la debolezza fisica e il ritmo sonno veglia completamente sfasato. Decidiamo di fermarci a Torino ancora una notte, nel frattempo
riceviamo la gradita visita di Simone, un amico di Giulia che aveva conosciuto
nell'anno che aveva passato a Bratislava. Poi sabato, finalmente, dopo aver
radunato le cose accumulate in sei settimane di permanenza torinese, partiamo
felici per Alba, col sorriso sulle labbra e un po' di stanchezza. Siamo
felici ma tanto stanchi tutti e due. Abbiamo da scaricare la tensione di
quattro mesi tra ospedali, cure, visite, e abbiamo finalmente davanti a noi un
mese intero di vacanza. Fino al 29 settembre, data della risonanza infatti non
ci saranno impegni, e non vediamo l'ora di progettare queste vacanze. Unico
rammarico: finire questo capitolo del racconto con una storia che parla,
sotto sotto, di merda.
...Su questo sogno ci ho scritto questo pezzo...
"Un'aria mediorientale su un ritmo zoppo..."