domenica 23 luglio 2017


Torino. Dopo la quattordicesima seduta di radioterapia.

Lunedì (agosto 2016). Siamo alla seconda metà di queste sei settimane. Venerdì scorso ho avuto l’ennesima crisi epilettica. La quarta della “nuova” serie (cioè quelle dopo le due iniziali), sempre con convulsioni e senza perdita di coscienza. Caso vuole che queste crisi siano sempre più o meno alla stessa ora, le 16/16.30. E sempre quando mi metto in testa di studiare un po’ il contrabbasso. Sarà un caso? Sarà l’anima di Bottesini o di Dragonetti che mi manda queste scariche in modo che non inizi nemmeno? Non so dovrò investigare… Sabato poi, dopo che avevo finito di aggiornare il diario mi sono messo le mani nei capelli e ho ritrovato le dita piene di, appunto, capelli. Ho provato di nuovo e l’effetto è stato lo stesso. Tanto che ho cominciato a capire. Stavo perdendoli. Di colpo, così, come le crisi epilettiche, ti sorprendono e non lasciano scampo. Così ho cominciato a perdere i capelli. E se per me è stato traumatico, non voglio nemmeno immaginarmi per una donna cosa voglia dire alzarsi una mattina, mettersi le mani tra i capelli e ritrovarsi come una gatta che perde i peli, con l’unica differenza che la gatta ne ha altri sotto mentre a noi resta un buco. Ho optato subito per la “pelata” totale. Sono andato da mia cognata che me li ha tagliati con la macchinetta del marito. Mi sono lasciato la barba però, come un vero hipster che per non mostrare le calvizie o la stempiatura da quarantenne che vuole fare il giovane si taglia tutto e decide improvvisamente di seguire la moda, e allora te lo vedi con quei ridicoli pantaloni col risvoltino, le bretelle (che quando le portavo io ero uno “sfigato” mentre ora che vanno di moda se non le porti lo sei) e camice abbottonate fino al collo. Ah dimenticavo gli occhiali, che anche se non ne hai bisogno devi farteli fare, magari con dei semplici vetri sopra, se no non sei cool. Ma vaffan-cool.
solo uno dei tre ha un cancro... quale?






Dopo questa parentesi, torniamo al discorso iniziale: la prima metà di radioterapia più chemioterapia. Siamo alla quattordicesima seduta, ho preso il temozolomide (la chemio) 21 volte (perché a differenza delle radioterapie lo si prende anche il sabato e la domenica). Comincio a risentirne fisicamente, soprattutto il venerdì e il sabato, con l’effetto “accumulo” sono più stanco, dormirei tutto il giorno, la gamba è meno “collaborante” e così anche la parola. Devo stare attento a quello che mangio, per non avere nausee mangio sempre più controllato, evito il latte e i suoi derivati (LSD…) e bevo, la mattina, latte d’avena. Che non è veramente latte, ma un drink fatto con acqua, farina d’avena, e altri ingredienti che lo fanno somigliare, anche se solo lontanamente, al latte. Sono passato a dei cereali integrali, ho eliminato il caffè, ma sono rimasto ad un numero indefinibile di biscotti, poiché nel frattempo mi hanno, per via delle crisi epilettiche, raddoppiato la dose di cortisone, perciò ho una fame ancora maggiore di quella che avrei solitamente essendo un “suonatore” (nell’albese si usa dire quando uno ha tanta fame che ha una fame da suonatore). Questa dose doppia di cortisone dovrebbe servire a ridurre l'infiammazione delle zone interessate dalla radioterapia e provare così a porre freno a questa angosciosa routine di una crisi quasi settimanale.

Quindi, tutto sommato, ho fatto il giro di boa nel migliore dei modi possibili, o per lo meno nel migliore dei modi che ci eravamo immaginati. Sono contento. Stanco ma contento.



E ora vi saluto per un mesetto, anche essere malati è un lavoro, e ho diritto ad un po' di ferie! Ma vi lascio un regalino, potete trovare il disco WITH A STAR IN THE BRAIN in tutti gli store digitali, in formato digitale ad alta definizione! A questi link i principali:


Un dono!

Solo perché uno ha un cancro non è che abbia sempre ragione. Cioè se Salvini avesse un cancro sarebbe pur sempre Salvini. Se Hitler avesse a...